Per un club di serie A la lotta più dura non riguarda il risultato sul campo: la storica società rischia il fallimento
Rischio fallimento per la Sampdoria. Nato il 12 agosto 1946, questo sodalizio ha vissuto momenti importanti, grazie all’avvento di un presidente dal sorriso costante, restato nel cuore dei suoi tifosi: Paolo Mantovani. All’apice dalla sua ascesa, i blucerchiati sono arrivati anche in finale di Coppa dei Campioni, persa il 20 maggio 1992 contro il Barcellona.
La proprietà attuale ha assommato 200 milioni di debiti, cifra che andrà messa insieme entro il prossimo 6 giugno, pena il fallimento, senza alcuna altra via d’uscita.
Sampdoria e rischio fallimento: parla Edoardo Garrone
La Sampdoria sul campo sta lottando per non retrocedere, ultima in classifica, l’impresa salvezza è decisamente complicata. La situazione per la squadra allenata da Dejan Stankovic resta assolutamente disperata.
Per il club di Massimo Ferrero le cose vanno ancora peggio. Il Tribunale di Genova però, pur accettando la composizione negoziale che fino al 6 giugno blocca le istanze di fallimento, ha posto due paletti. Il primo, cambiare proprietà.
In secondo luogo, saldare o presentare garanzie per coprire i debiti pari a circa 200 milioni. Dopo il fallimento dell’ipotesi del bond convertibile – un prestito in cambio delle azioni in pegno del club – la situazione non sembra avere sbocchi. “La cessione della Sampdoria a Massimo Ferrero fu un errore”, ha dichiarato a TeleNord l’ex presidente, Edoardo Garrone.
L’ex presidente: “La legge mi impedisce di ricomprare la Samp”
Edoardo Garrone, nella lunga intervista ripercorre tutti i passaggi che l’hanno portato a cedere la Sampdoria a Massimo Ferrero, a titolo gratuito, il 12 giugno 2014. Dietro a questa decisione, un’accusa, poi archiviata, di un’evasione fiscale di 800 milioni del Gruppo Erg, holding del papà Riccardo.
L’ex numero 1 blucerchiato sottolinea come la legge impedisca di “effettuare investimenti in perdita (la Samp rientra in questa categoria, ndr)”, per cui indica l’unica strada da seguire per evitare il peggio. “Nessuno potrà mai effettuare un’operazione del genere, al di fuori delle norme. Per questo se il piano di Alessandro Barnaba non andrà a buon fine, alla Sampdoria non resteranno che il fallimento e la serie D”, frasi che confermano lo stato terminale della società. Barnaba, operante tramite il fondo Merlyn Partners, è già proprietario del Lille in Ligue1. Il piano è quello di una procedura di concordato in continuità per una spesa di 70 milioni: 35 per il ramo sportivo, 35 da investire per ripartire dalla B. L’acquisizione del ramo sportivo comprenderebbe, oltre al titolo, anche la garanzia di continuità lavorativa dei dipendenti e i debiti con gli altri club, mentre tutti gli altri finirebbero nella bad company.
Non bastasse questo, la Sampdoria resta nel mirino della magistratura per alcuni affari chiusi con la Juventus. La parte blucerchiata dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino, dirottata a Genova per competenza territoriale, riguarda otto trattative.
In primis quella del portiere Emil Audero, passato nel 2019 in bianconero per 20 milioni. Se la Procura ligure accertasse alcune violazioni, le carte finirebbero alla Procura Federale Figc che aprirebbe un procedimento a carico della Sampdoria. E forse questo sarebbe il male minore, se pensiamo al peggio: il fallimento e il ritorno nei Dilettanti.