Ai microfoni di calciomercato.it su TvPlay, in onda su Twitch, lo scrittore Maurizio De Giovanni ha parlato della morte della leggenda del calcio Pelé e si è soffermato sulla lotta Scudetto per il suo Napoli. Ripercorriamo le sue dichiarazioni.
E’ un finale di 2022 particolarmente amaro per tutti gli amanti del calcio. Dopo i recenti addii dolorisissimi come quelli recenti di Mario Sconcerti e Sinisa Mihajlovic, un’altra leggenda ci ha lasciato. Ieri infatti è morto Pelé, da molti messo in un’eterna contesa con Diego Armando Maradona su chi sia stato il più forte di sempre nel mondo del pallone. A calciomercato.it su TvPlay, in onda su Twitch, in molti lo hanno ricordato, tra questi lo scrittore Maurizio De Giovanni, che per ricordare l’eterna lotta tra i due ha voluto fare un richiamo di stampo epico: “E’ Ettore e Achille, Achei contro Troiani. Epico e meraviglioseraviglioso raccontato sulle ali della fantasia. Chi è chi? Pelé è Achille. Maradona è il calcio del grande sconfitto, di uno che come essere umano purtroppo ha perso. Pelé muore da eroe, alla fine di una vita di celebrazione, riconosciuto, universalmente ammirato, apprezzato, applaudito e riconosciuto da tutto. Maradona è l’eroe imperfetto, il genio ucciso dalla vita stessa. Pelé Apollo, Maradona è Dioniso. Una meravigliosa ferita sanguinante, immortale e bellissima”.
Il calcio è uno sport di gruppo, ma ultimamente si tende a ricordare un singolo sopra tutti gli altri, sulla cosa Maurizio De Giovanni porta un parere ben preciso: “Sfugge un concetto di base. Il calcio è uno sport di squadra. Il raccontare i singoli porta tutti i bambini a raccontare solo questo. Come se essere Mbappè o Messi o Ronaldo significhi giocare fuori da PSG o Barcellona. Addirittura adesso con Ronaldo stiamo trovando un paradosso: è lui che cerca un involucro. Poco conta la squadra, l’importante è che sia una squadra che gli permetta di incrementare il suo score. Pelé invece non andò mai via dal Santos – continua De Giovanni – nonostante tutto il mondo lo volesse e gli offrisse oro a fiumi. Non poteva andare via da li, era diventato un patrimonio nazionale. Lo stesso governo intervenne per non farlo andare via”. Sul paragone Cristiano Ronaldo-Pelé quindi: “Da Pelé a Ronaldo è come andare dall’alfa all’omega, dal calcio inteso come sport di squadra al trionfo della statistica, come se la statistica, che prima era un supporto, un mezzo, sia diventato un fine, l’argomento centrale a cui si deve arrivare. Oggi il bambino che guarda sogna di essere il calciatore, non il calciatore di una squadra, e secondo me è una aberrazione”.
Maurizio De Giovanni è poi grande tifoso del Napoli ed è inevitabile quindi parlare della lotta Scudetto, con i partenopei dati ormai come grandi favoriti nella volata che porta ll’alloro più desiderato di tutti: “Gennaio è un mese se non decisivo fortemente indicativo. Ha 5 partite, ovvero Inter, Sampdoria, Juventus, Salernitana, e Roma, più la Cremonese in Coppa Italia. Di queste tre sono scontri diretti, mentre le altre hanno identità per fare sgambetti e dare fastidio. Un Dybala trova motivazioni a giocare contro il Napoli. Quando gennaio sarà concluso e il Napoli avrà un certo tipo di vantaggio allora potremo parlare di altro. Sino ad allora si deve giocare partita per partita facendo attenzione a non inciampare”.