Continua a far discutere la piroetta mostrata da Antony nel corso della partita con lo Sheriff in Europa League: lui si difende parlando di “arte”, ma la sensazione è che quel gesto sia più vicino al circo che al calcio.
Passano i giorni, ma non le discussioni per uno dei gesti più controversi ammirati in un campo di calcio, durante una partita ufficiale, negli ultimi anni. Stiamo parlando ovviamente della piroetta giottiana di Antony, calciatore brasiliano del Manchester United, ex Manchester United. Per lui, un attacco d’arte, per buona parte degli appassionati di calcio, un gesto talmente inutile da apparire come uno sfregio nei confronti degli avversari.
Certo, non è la prima volta che i calciatori brasiliani dimostrano di avere qualità fuori dal comune. Il calcio champagne è un concetto che appartiene molto più a quel lato del Sud America che non al resto del mondo, e mettere la fantasia al servizio dello spettacolo è solo da applaudire. Ma c’è un limite a tutto.
C’è chi ha parlato di numero da Harlem Globetrotters. Ed è un paragone non inadeguato. Ma almeno, tutti sanno che i Globetrotters fanno quello e basta, non giocano per competere. Non vogliono umiliare l’avversario, ma solo divertire il pubblico. Fare una piroetta di quel tipo, con il difendente lontano, quindi senza alcuna utilità, è sembrato solo invece un voler mettere in mostra, con boria e ignoranza, un talento che su un campo da calcio va dimostrata in altro modo.
Genio o clown? I tifosi del Man United si dividono
Talmente fuori luogo è apparsa la doppia piroetta di Antony, da non mettere d’accordo nemmeno i tifosi dei Red Devils che, più che esaltarsi per il gesto del campione brasiliano, si sono interrogati sul suo significato. Anche se su Instagram l’ex Ajax ha provato a difendersi: “Siamo conosciuti per la nostra arte e non smetterò di fare ciò che mi ha portato dove sono ora“. Parole che sanno di vuota giustificazione davanti a una pioggia di critiche più che giustificata.
Perché, caro Antony, lasciamo stare Giotto e lasciamo stare l’arte in sé. Il calcio è calcio, è bellissimo e può piegarsi alle leggi dell’estetica, ma sempre con un solo fine: portare il pallone nella rete. Era utile per raggiungere questo risultato quella doppia piroetta? La risposta la sai bene anche tu.
E se proprio un calciatore di talento come il brasiliano volesse riuscire a mostrare le sue qualità durante una partita potrebbe sempre chiedere consigli a un connazionale come Ronaldinho. Un fenomeno che all’estetica e al divertimento non rinunciava mai, ma che non aveva l’umiliazione dell’avversario come suo fine. Una bella differenza rispetto a quanto visto all’Old Trafford…