Samir Nasri è stato uno dei migliori talenti francesi scoppiati nello scorso decennio, almeno così sembrava agli esordi della sua carriera. Un talento cristallino, ma una testa calda e una discontinuità di rendimento non gli hanno permesso di affermarsi sui più grandi palcoscenici. Marsiglia, Arsenal, Manchester City, Siviglia: squadre di tutto rispetto, prima di approdare in Turchia. In maglia Citizens ha vinto due Premier League, due Coppe di Lega ed una Community Shield. Avrebbe potuto fare molto di più questo trentunenne oggi svincolato, questo è sicuro. Svincolato, ma impossibilitato a trovarsi una squadra: a febbraio è infatti stato squalificato per doping per sei mesi a causa di un’autotrasfusione, pratica vietata.
Di male in peggio
Il Comitato della Uefa si è espresso sulla sua squalifica e per l’ex campione di Inghilterra le cose si sono messe ancora peggio. La decisione è stata infatti molto pesante: squalifica da sei mesi mutata in una squalifica da diciotto mesi. Un anno e mezzo fuori, ma con effetto retroattivo a partire dal primo luglio 2017 e quindi il giocatore dovrà rimenare fermo fino all’inizio del prossimo anno. Già dal primo novembre prossimo, però, potrà tornare ad allenarsi. A 32 anni riuscirà a trovare una nuova squadra che gli dia fiducia? Una cosa è certa: c’è grande amarezza per com’è andata a finire questa sua avventura nel mondo del calcio.