Conte: “Entro a gamba tesa”. Un incontro con gli studenti dell’Università del Salento ha riportato il tecnico salentino sotto i riflettori.
Per qualche tempo è rimasto nell’ombra, volutamente avvolto dalla quiete familiare. Evocato però in millanta occasioni, ogni qualvolta un tecnico, di Serie A o Premier League, stesse attraversando un momento di difficoltà. Perché Antonio Conte è libero e può ritornare in qualsiasi momento. Ovunque.
Soltanto qualche giorno fa il giornalista Maurizio Pistocchi ha riportato il nome di Antonio Conte su tutte le prime pagine annunciando come, secondo le sue fonti, il tecnico salentino si fosse promesso alla Juventus. Una suggestione che però ha coinvolto, evidentemente, anche altri club interessati a Conte in vista della prossima stagione.
L’ex commissario tecnico azzurro, nonché ex di Juventus ed Inter, rimane il grande assente del calcio italiano che forse mai, come adesso, avrebbe bisogno di un tecnico con tale carisma e personalità. Antonio Conte ha scelto di fermarsi. Un periodo di riposo, da dedicare alla famiglia ed allo studio. Ricaricare le batterie mentali per poi ripartire più pronto e determinato che mai.
L’ex tecnico della Juventus ha, nel frattempo, incontrato gli studenti del corso di Laurea in Scienze Motorie e dello Sport dell’Università del Salento. E’ stata l’occasione giusta per parlare dell’Antonio Conte privato ma con un non troppo velato riferimento all’Antonio Conte tecnico.
Per chi è abituato a vederlo in panchina o in sala stampa, sempre carico e reattivo, la domanda sorge quasi spontanea: com’è Antonio Conte in casa, quando è insieme alla sua famiglia?
Nelle sue parole c’è tanto del Conte uomo, ma anche tanto del Conte allenatore: “Quando mi arrabbio spesso parlo in dialetto, ma a volte sbaglio. A casa leader? Se non mi fanno arrabbiare, non sono io il leader, se vedo che non c’è condivisione, invece, entro a gamba tesa“.
In quell'”entro a gamba tesa” di natura apparentemente, ed esclusivamente, familiare, sembra però esserci tanto anche della storia professionale di Conte allenatore. Anche di quell’addio improvviso alla Juventus, dopo un triennio straordinario con i primi tre scudetti consecutivi dell’era di Andrea Agnelli. Quel 15 luglio 2014 è forse davvero venuto meno il fattore condivisione con il presidente bianconero. Ed allora è stato meglio dividersi.
La porta, alla sua Juventus, Antonio Conte continua però a lasciarla spalancata. Perché vi può sempre essere una seconda opportunità, ci si può sempre sposare una seconda volta. L’importante è che vi sia condivisione.
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