I Blues hanno lottato, sono stati sfortunati, ma è evidente che c’è qualcosa che non va all’interno dello spogliatoio.
Sconfitta per 1-0, subito definita da Potter come indolore per via del ritorno che vedrà il Chelsea sicuramente favorito se la giocherà più concretamente. Tralasciando il risultato, sicuramente bugiardo, appare chiaro che i Blues abbiano un problema di affinità con la rete, quest’anno manca un centravanti puro che sappia buttare la sfera nella rete. E ciò non è un problema di poco conto, bensì una spada di Damocle che i londinesi hanno sulla loro testa in special modo dalla delusione dello scorso anno del ritorno di Lukaku: da allora, con l’addio di Werner direzione Lipsia, sia Tuchel che Potter hanno trasformato Kai Havertz in numero 9 senza ottenere risultati convincenti. Anzi, basti pensare che quest’anno il solo Erling Haaland ha segnato quasi come tutta la rosa dei Blues! Inconcepibile per una squadra che spende e spande come se non ci fosse un domani e che sogna di vincere di tutto.
Questi problemi offensivi si sono palesati anche contro il Borussia Dortmund e hanno provocato non pochi malumori all’interno della tifoseria.
Chelsea, la squadra non carbura
È evidente che c’è un problema di fiducia, non solo tattico. Vedere Joao Felix, che per molti era considerato fino a pochi anni fa come uno degli astri nascenti del calcio che conta, sbagliare come una punta di terza categoria fa veramente male ai tifosi del Chelsea che quest’anno stanno subendo parecchie umiiazioni. Si pensi alla classifica di Premier League, ma in Champions League tutto è diverso. Il patron Todd Boehly, inquadrato più volte dalle telecamere durante la partita degli ottavi, appariva irritato dagli errori del portoghese, mentre probabilmente si sarà mangiato le mani per la mancata copertura di mister 100 milioni Enzo Fernandez durante la rete del giovanissimo Adeyemi. Insomma, tutti i soldi spesi dall’americano sono andati in fumo in due diverse fasi dell’incontro.
Ora tocca a Potter sistemare questa situazione, che sta diventando sempre più complicata proprio perché non si capisce quale sia il problema. L’ex Brighton ha tutti i nomi per sfondare, ma evidentemente ha bisogno ancora di tempo per capire dove si trova.