Incredibile Mourinho, non riesce proprio più a fare autocritica: fa un’altra figuraccia e anche stavolta trova delle giustificazioni assurde
José Mourinho vive tempi duri. La sua Roma fa acqua da tutte le parti eppure la sua faccia tosta rimane intatta. Prima la “celebrazione” della sconfitta a Napoli con tanto di foto sui social. Poi un’altra figuraccia, appena qualche giorno dopo: la Roma è stata eliminata in casa dalla Cremonese, modestissima formazione ultima in classifica in Serie A, tra l’altro senza mai vincere una partita.
Ebbene sì, è accaduto davvero nello scontro diretto dei quarti di finali. I giallorossi giocavano in casa e non è bastato neanche lo stadio pieno per sovvertire le sorti della gara. Addirittura, la squadra era sotto 2-0 e lo è stata fino al 94′, quando Belotti ha segnato l’inutile gol della bandiera. Incredibile sconfitta e brutta figura per i capitolini, che avevano dichiarato la Coppa Italia come uno degli obiettivi stagionali. E ancora una volta José Mourinho si giustifica in ogni modo, ma mai in quello giusto. Addirittura si lamenta per il calendario, lamentando di aver fatto un giorno di riposo in meno. “Dovevamo giocare sabato e non domenica, perché avevamo la coppa. Non capisco perché”. Ma le scuse e i pretesti non finiscono qui: “Faccio i complimenti alla Cremonese, che ha fatto due grandi vittorie: contro il Napoli e contro di noi”.
Infatti i grigiorossi avevano già eliminati gli azzurri agli ottavi, sempre in gara unica, ma vincendo ai rigori. “Abbiamo giocato un primo tempo orribile, di livello molto basso – ammette Mourinho – nel secondo invece siamo stati puniti da un errore individuale al di fuori del contesto (accusa quindi il difensore Kumbulla), ma poi ho visto una buona reazione e i nostri avversari si sono dovuti difendere mettendo tanta gente dietro”, ha detto ancora lo “Special One”.
Non ci sono tracce di autocritica nelle sue parole: “Non ci dimentichiamo che la nostra rosa fatica a fare rotazioni. A Napoli abbiamo fatto una grande partita e meritavamo un risultato diverso – ha detto ancora – ero orgoglioso, ma ora non posso dire questo. Nonostante la sconfitta al “Maradona” ero fiero della mia squadra, non posso dire lo stesso questac volta”. Mou respinge pure le critiche sulle scelte iniziali: “Se non li cambio è un problema, se li cambio è un problema. In più di mille partite ho capito che dopo il 90′ i discorsi che si fanno sono sempre i soliti”.
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