Cosa c’è di più estremo di umiliare il Brasile in casa propria? Chiedere a un campione del mondo del 2014, l’ex nazionale tedesco André Schurrle. Un attaccante atipico dalla carriera incredibile, passata dalle stelle alle stalle. Se in quel Mondiale fu decisivo, con tre gol e anche un assist in finale, subito dopo subì un calo clamoroso che lo portò ad appendere gli scarpini al chiodo a soli 30 anni. Da allora non si è però seduto comodamente sul divano. Anzi, continua a darsi da fare in sport molto diversi dal calcio, e decisamente più estremi. Altro che Mineirazo…
Com’è stato possibile che un giocatore del genere, attaccante del Chelsea e decisivo in Brasile, abbia dovuto arrendersi in giovane età? Tutta colpa, molto probabilmente, di un pezzo di pollo. Durante la sua seconda stagione londinese, il tedesco infatti prese la salmonella durante una cena con la squadra. Una malattia che lo colpì in maniera forte, facendogli perdere cinque chili e costringendolo a letto per settimane.
Tornato in campo, non era più lo stesso. Per questo motivo il Chelsea decise di “disfarsene”, e dopo avventure non proprio fortunate in Germania, tra Wolfsburg e Dortmund, e poi ancora in Inghilterra e in Russia, Schurrle decise di ritirarsi poco prima di aver compiuto i 30 anni, facendo perdere le sue tracce… fino a poco tempo fa.
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Quando si nasce con la passione per lo sport, è difficile rimanere fermi, con le mani in mano, per lungo tempo. E così, il tedesco ha deciso comunque di dedicarsi a un’attività all’aria aperta, ma decisamente diversa dal calcio. Il suo nuovo sport è infatti sicuramente più… fresco.
Seguendo l’esempio di Wim Hof, atleta specializzato in sfide estreme, Schurrle ha deciso di cimentarsi con qualcosa di folle, per mettere alla prova il suo fisico: la scalata di una montagna con indosso solo un cappello, dei guanti, scarpe e pantaloncino. Non ci credi? Sui social esistono le prove:
Altro che Brasile! Schurrle non si è fatto spaventare nemmeno da una montagna, ed è riuscito ad arrivare in cima nonostante una temperatura di -19° e un vento da 100 km/h che gli gettava sul volto neve e pioggia. “Io e il mio corpo siamo più forti di quanto pensassi“, ha concluso André, incredibilmente contento di aver raggiunto questo traguardo. Una soddisfazione forse anche più grande del Mondiale conquistato ormai quasi dieci anni fa.
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