La direzione di gara di Abisso in Sampdoria-Napoli non ha convinto i critici arbitrali, in particolare per l’episodio del primo rigore: pioggia di bocciature per il fischietto e il Var che lo ha mal consigliato. Ma l’errore è davvero così grave?
Nemmeno il tempo di ricominciare con il campionato, e già abbiamo dovuto assistere ad errori arbitrali multipli, con conseguente polemiche e critiche a non finire. Si va dagli episodi, a dir poco opinabili, di Cremonese-Juventus (a favore dei bianconeri, ovviamente) alla clamorosa topica che è costata due punti all’Inter con il Monza (ma anche i brianzoli recriminano per un rigore). L’apice mediatico di questo inizio di stagione calcistica 2023 per buona parte della stampa specializzata si è avuto però nella gara del Napoli con la Sampdoria a Genova. Il rigore fischiato agli azzurri dopo due minuti non è andato giù a molte testate, che hanno letteralmente distrutto Abisso e la sua direzione, nonostante il match non sia stato minimamente indirizzato dall’episodio in questione.
Ricostruiamo l’accaduto, per comprendere la gravità della situazione. Perché quando si parla di errori (o spesso orrori) arbitrali bisognerebbe avere la lucidità e l’onestà intellettuale di contestualizzare il tutto per poterne comprendere la gravità. Siamo alle battute iniziali del match di Marassi e dopo appena due minuti Anguissa cade a terra in area di rigore dopo un contatto spalla a spalla, robusto ma corretto, con Murru.
Nel completare il proprio movimento, il difensore doriano finisce per calpestare la caviglia del camerunense, che rimane a terra dolorante (senza peraltro reclamare un penalty). Gli estremi per il rigore non sembrerebbero esserci, nonostante il contatto sia palese. L’arbitro Abisso è convinto della propria decisione e sta per andare avanti, quando il Var, nell’occasione Valeri, lo richiama all’on-field review per visionare l’episodio controverso.
A questo punto si arriva al misfatto. Il tutto sta nel giudicare congruo o non congruo il movimento di Murru, che sembra guardare il pallone e che non avrebbe in effetti alcun motivo per far sentire volontariamente i tacchetti al calciatore del Napoli, già sdraiato a terra. Per tutta la critica arbitrale non ci sarebbe alcun dubbio, per Valeri e Abisso invece sì, al punto che il fischietto siculo, tornando sui suoi passi, decide di ammonire il difendente e di assegnare il rigore. Dal dischetto si presenta Politano che si fa ipnotizzare da Audero. 0-0, palla centro e tutto da rifare per il Napoli, con ancora 85 minuti da giocare per ottenere i tre punti.
Le pagelle assurde contro Abisso
Va da sé che l’episodio resta controverso. Parlare di clamoroso errore è possibile, anche se vien lecito chiedersi cosa sarebbe successo se il contatto fosse avvenuto a metà campo. La risposta, se si vuol essere onesti, dovrebbe essere una: fallo e cartellino giallo ai danni del doriano. E allora perché in area il metro di giudizio dovrebbe cambiare?
Ma restiamo fedeli alla linea avuta da chi di arbitri capisce sicuramente più di noi. Diamo ragione a chi ha scritto di un errore topico e madornale e sposiamo questa tesi. Può davvero essere definito grave un errore che non sposta in alcun modo gli equilibri di un match e il risultato finale (anche se solo grazie al colpo di fortuna dell’errore di Politano)?
In tutto l’incontro, infatti, Abisso commette qualche piccolo errore qua e là (manca un giallo a Vieira nel primo tempo, si perde un rigore di per fallo di mano di su giocata spettacolare di Ndombelé, sul risultato già di 2-0 per gli ospiti), ma di altre madornali imprecisioni non ce ne sono. Anzi, i due episodi veramente chiave li azzecca entrambi, uno grazie semplicemente al suo istinto, l’altro in seguito a una seconda on-field review sacrosanta: stiamo parlando ovviamente dell’espulsione ineccepibile e del secondo penalty.
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Che il match sia dunque terminato 2-0 per la capolista non è altro che la mera conseguenza di quanto si è visto in campo, senza che le sviste arbitrali abbiano avuto un vero peso sul risultato finale. Nonostante questo, la stampa specializzata ha tenuto a sottolineare le responsabilità di Abisso, punito addirittura con un 3 dagli esperti della Gazzetta dello Sport. Un giudizio francamente eccessivo. Se il metro è questo, infatti, bisognerebbe chiedersi che voto assegnare a chi non solo sbaglia in maniera clamorosa ma lo fa decidendo anche le sorti di una partita, come altre volte è successo in passato (dallo storico Orsato in Inter-Juventus a Giacomelli in Napoli-Atalanta, fino ad arrivare ai più recenti casi di Banti in Juventus-Salernitana o di Sacchi in Monza Inter).
Insomma, la sensazione è che certa stampa manchi di equilibrio nei giudizi, e che soprattutto si continui ad avere il vizio, molto diffuso nel nostro paese, di pesare l’errore in quanto tale, decontestualizzandolo totalmente dal momento in cui accade, dalle conseguenze che comporta e così via. Visto però che il calcio è fatto di episodi, una critica del genere non risulta solo incompleta, ma rischia anche di indirizzare in modo errato l’opinione pubblica, creando “casi” di furto anche lì dove a dare la sentenza sul match è stato, fino a prova contraria, esclusivamente il campo.