Ci ha lasciato un altro campione che era nel cuore di tutti gli appassionati del pallone. Si è spento a 58 anni Gianluca Vialli e sono stati in tanti a lasciare il loro ricordi. Tra questi, a calciomercato.it su TvPlay, in onda su Twitch, anche il radiocronista Riccardo Cucchi.
Ennesima tragica notizia per il mondo del pallone. Dopo Pelé ci ha lasciato Gianluca Vialli. Anche lui malato da tempo, i messaggi di cordoglio anche per l’ex bomber italiano sono arrivati da tutte le parti. Inevitabile fosse così visto che negli anni Novanta ha fatto sognare tantissimi tifosi e si è guadagnato il rispetto anche degli avversari. A calciomercato.it su TvPlay, in onda su Twitch, il radiocronista Riccardo Cucchi ha dato il suo ricordo: “Gianluca credo sia stato un esempio raro di un campione che è stato campione di tutti. Amato dai suoi tifosi e rispettato dagli avversari. Per i calciatori è sempre difficile entrare così nel cuore della gente, perché alla fine sono sempre un po’ vittima della partigianeria del mondo del pallone. Vialli c’è riuscito e ci ha ricordato che il calcio è gioia, questo non andrà mai dimenticato”.
Il ricordo viaggia a inizio carriera dell’ex Juventus, fase che Riccardo Cucchi ha potuto vivere in prima persona visto che a sua volta stava muovendo i primi passi: “Ho iniziato a fare il radiocronista negli anni Ottanta, ho incrociato un Gianluca Vialli giovane alla Cremonese. Ho visto non solo i capelli ricci e le sue gambe snelle che lo portavano a saltare tutti in dribbling, ma ho visto anche un uomo non banale quando abbiamo avuto il piacere di intervistarlo. Il calcio è un ambiente strano, l’insidia della banalità è sempre dietro l’angolo. Vialli esprimeva sempre intelligenza e abbiamo imparato a capire i suoi sorrisi e la sua profondità, non sono rimasto sorpreso da come ha affrontato l’ultima dolorosa parte della sua esistenza”.
Se gli si chiede una parola per riassumere ciò che è stato Gianluca Vialli il radiocronista non ha alcun dubbio: “Il coraggio. Fattore chiave che ha avuto anche nell’ultima parte della sua vita e che mostrava a suo tempo in campo anche osando, Gianluca osava il dribbling, osava usare le sue abilità tecnica, le sue giocate non erano mai banali. Cercava il pallonetto o la soluzione più difficile, ma che ti dà la soluzione vincente, credo che abbia dimostrato che dentro e fuori dal campo serve osare nella vita per avere risultato e ha mostrato coraggio anche nella malattia che ha affrontato”. E l’anedotto sul passato è quello che un po’ tutti ricordano: “Una giornata che ho avuto il piacere di vivere, quando il 22 maggio 1996 Vialli alzò la Champions. Vialli inseguiva quel trofeo da tanto, con la Sampdoria gli era sfuggito. Penso per lui sia stato un momento magico, ricordo gli occhi lucidi quando siamo scesi negli spogliatoi per le interviste, vincere quella coppa era importante per lui. Quella coppa, in questo momento, appartiene un po’ a tutti”.
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