I petroldollari non c’entrano nulla con la decisione di Cristiano Ronaldo di accettare l’Al Nassr. Parola dello stesso CR7. Se anche tu avevi pensato che la sua scelta fosse basata solo sulla logica del portafoglio, sappi che ti sbagliavi di grosso. Come tutto noi, d’altronde. Non vogliamo dire che ci sia ‘poesia’ dietro la sua firma con il club arabo, ma quantomeno una visione. Ebbene sì: Cristiano non è finito nella Lega saudita per puro caso, ma perché ha una missione, e finalmente ha potuto rendercene partecipe nella sua conferenza stampa di presentazione con la maglia del suo nuovo club.
Noi spiriti bassi che vaghiamo tristemente su questo pianeta alla ricerca dello spicciolo in più da poter arraffare non potremo mai capire la nobiltà d’animo della decisione di Cristiano. Dalle sue parole, anzi, potremmo essere quasi certi che il buon CR7, investito da questo spirito ‘missionario’, avrebbe anche accettato un contratto simbolicamente da un dollaro, pur di compiere quello che è chiamato a compiere.
C’è un motivo per cui giocherà nelle prossime stagioni all’Al Nassr. Ed è un motivo alto, altissimo, quasi impensabile o incredibile. Ma se lo dice una persona che ha fatto inserire nel contratto una clausola per una ‘fuitina’ in caso di qualificazione in Champions del Newcastle, al momento la meno europea delle squadre della vecchia Europa, non possiamo far altro che crederci.
Se i Blues Brothers erano in missione per conto di Dio, Ronaldo potrebbe esserlo per il Signore dei cristiani, o per Allah, o forse per il dio pallone, che ha bisogno di essere esportato anche lì dove più lo desiderano ma meno lo comprendono fino in fondo. “Ho l’opportunità di cambiare le nuove generazioni“, ha spiegato CR7, desideroso di andarsene dal calcio lasciando una prospettiva diversa e battendo anche i record del campionato arabo. Un’impresa che non sarà per nulla semplice, perché solo gli sciocchi possono credere che si tratti di un calcio di seconda (se non terza) fascia.
Sarà che siamo troppo lontani per seguire le imprese di quel campionato, in cui comunque militano giocatori di buon livello, conosciuti anche in Europa (ma il più giovane probabilmente ricorda ancora quanto erano fighi gli StarTAC, altro che iPhone). Fatto sta che quel calcio lì, all’apparenza così poco allenante, è in realtà un calcio di altissimo livello. E tiene a sottolinearlo Ronaldo, nella sua prima conferenza stampa, con il suo consueto fare carico di umiltà: “Chi dice che il livello qui sia basso, non capisce nulla di calcio“.
E per rendere ancora più importante e nobile la sua decisione, il portoghese confessa anche di aver preferito accettare l’Al Nassr rifiutando super offerte da importanti club europei. La missione viene prima di tutto. Il suo compito in Europa era ormai finito. Ora tocca all’Arabia, il paese in cui probabilmente porterà a termine il suo incarico profetico. Dietro il pagamento di un equo e meritato (?) compenso.
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