Francia-Marocco, come per giorni raccontato e anticipato da chi conosce la realtà delle metropoli francesi, non si è giocata solo sul campo, in Qatar. La sfida, sentita come e più di un derby, ha assunto connotati simbolici che poco hanno a che fare con il calcio, riaccendendo tensioni sociali che covano da tempo sotto le ceneri di un’apparente normalità. Il tutto in un mondo globalizzato che però si fonda ancora sul concetto di nazionalità, creando una contraddizione e un cortocircuito che finiscono purtroppo per generare situazioni cui non vorremmo mai assistere, né al di fuori dello sport, né quando si dovrebbe semplicemente parlare di una partita di pallone.
La cosa più triste di tutte è che dopo la semifinale tra Francia e Marocco è che, nonostante ci siano stati molti scontri, e sia dovuta intervenire in diverse città francesi la polizia in assetto antisommossa, le cose sarebbero potute andare anche molto peggio. O almeno questa è la sensazione.
Già negli scorsi giorni, infatti, la tensione in tutta Europa, generata dai festeggiamenti, per certi versi esplosivi, delle varie comunità marocchine, aveva fatto nascere un sentimento di repulsione da parte anche di una parte dell’opinione pubblica. Se alla fine il bilancio della semifinale è dunque di incidenti, scontri, e solo un morto, si dovrebbe già gridare al successo. Ma se a perdere la vita è un ragazzino di quattordici anni, ci sarebbe in realtà ben poco da festeggiare.
L’episodio più grave della folle serata transalpina del 14 dicembre, vissuta sull’onda dell’entusiasmo e dei festeggiamenti per il popolo francese, è avvenuto a Montpellier. Al termine della gara giocata in Qatar, un ragazzo di quattordici anni è infatti morto dopo essere stato violentemente investito da un’auto.
Il pirata della strada si è dato alla fuga dopo l’incidente, approfittando del caos scatenato dagli scontri che si sono registrati in città tra tifosi del Marocco e tifosi della Francia. Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. Portato in codice rosso in ospedale, è morto dopo pochi minuti. Forse sarebbe successo lo stesso, forse non è stata colpa della partita, ma di certo resta un episodio gravissimo anche se solo lontanamente collegato al Mondiale e alle tensioni tra due popolazioni che giornalmente convivono in un clima di apparente normalità.
Le immagini sono impressionanti, e il fatto che non ci siano stati altri problemi gravi sembra quasi un miracolo. E questo anche considerando che, come riferito da Le Figaro, le premesse erano decisamente più inquietanti, se è vero che a Nizza alcuni tifosi marocchini sarebbero stati inseguiti da energumeni incappucciati al grido di “fuori gli arabi“. E questo, con il calcio, ha davvero poco a che vedere, e dovrebbe far riflettere su quanto lavoro ci sia da fare per cercare di rendere davvero pacifica la convivenza nelle grandi metropoli. Non solo quelle francesi, ovviamente.
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