Dalla guerra, quella vera, tremenda e vergognosa, a una ‘guerra’ molto meno grave, ma alquanto imbarazzante. Evidentemente la Russia, per volere di Putin, deve averci preso gusto nell’animare conflitti privi di alcun significato. E così, mentre il mondo intero è focalizzato sui controversi Mondiali di calcio in Qatar, a Mosca e dintorni, vista l’esclusione da ogni manifestazione internazionale, il calcio prosegue e alla prima occasione buona il terreno di gioco si trasforma in un campo di battaglia, teatro di una maxi-rissa degna dei peggiori bar di Caracas. Anche se, probabilmente, animata più dalla vodka che dal rum.
Lungi da noi voler fare un parallelismo tra la situazione del conflitto bellico in Ucraina, tragedia vera che sta devastando la vita di milioni di persone e che è costata già la morte a tantissimi innocenti. Ma quanto accaduto in Coppa di lega russa ha quantomeno del clamoroso e, per quanto riguarda rigorosamente l’ambito sportivo, è quanto di più imbarazzante si sia visto negli ultimi anni.
Se a risse più o meno sedate in pochi minuti siamo infatti ormai tristemente abituati, raramente era capitato di poter assistere a un far west del genere: pugni, calci, colpi proibiti, scivolate, spintoni, parole grosse. Oltre sessanta persone coinvolte in uno scontro apparentemente inarrestabile. La sfida tra Zenit San Pietroburgo e Spartak Mosca si è trasformata nella peggior cartolina che il calcio russo potesse dare di sé in questo periodo di esclusione da ogni palcoscenico internazionale. E per una volta ha fatto sembrare paradisiaco anche quanto stiamo vedendo dalle parti di Doha.
Leggi anche -> Russia, Kuzyaev: “Mondiali? Ecco cosa abbiamo pensato di fare”
Non capita molto spesso di vedere immagini del genere su un campo da calcio. Oltre sessanta persone tra giocatori, staff e componenti delle panchine si sono date appuntamento sul terreno di gioco durante la gara di Coppa di Lega tra Zenit e Spartak, due delle principali formazioni delle metropoli più importanti, San Pietroburgo e Mosca. Tutti sono stati coinvolti, e a pagarne le conseguenze sono stati sei giocatori, visto che l’arbitro ha sventolato tre cartellini rossi a testa, permettendo solo a calciatori per squadra di rimanere in campo a concludere il match.
Sei espulsi. Tantissimi, vero. In questo caso però i rossi avrebbero potuto essere anche dieci o undici. A salvarsi durante la maxi-rissa sono stati infatti davvero in pochi.
Ma proviamo a ricostruire l’accaduto. A dare il via al pandemonio è stato uno scontro tra Wilmar Barrios e Quincy Promes al fischio finale. Per difendere il compagno, è intervenuto in quel momento il difensore Rodrigao dello Zenit, che si è scagliato contro Shamar Nicholson, e ha sua volta a risposto a pugni dando di fatti il via all’intera rissa. Inutile l’intervento dell’arbitro, finito suo malgrado in mezzo alla disputa:
Alla fine, le due squadre, ridotte a una partita di calciotto su campo regolamentare da calcio, non sono riuscite ad andare oltre lo 0-0. A decidere la sfida sono stati solo i calci di rigore, lotteria che ha visto prevalere lo Zenit. Ma stavolta, per festeggiare, c’è voluto davvero coraggio…
Nasce Calciomarcato.it, il nuovo portale che tratterà a pieno il mondo del calcio andando a…
Svolta improvvisa in casa Juventus: Thiago Motta è entusiasta dell'idea di poter allenare uno dei…
In attesa dell'inizio del torneo di Wimbledon, il mondo del tennis è stato sconvolto da…
Per 'colpa' di un infortunio capitato durante una gara dell'Europeo che si sta disputando in…
Per il Milan di Fonseca e la Roma di De Rossi sono arrivate delle importani…
"Farà più gol di Cristiano Ronaldo": l'ex leggenda non ha dubbi e lancia dichiarazioni bomba…