Cristiano Ronaldo se la prende con i calciatori più giovani: secondo il portoghese si distraggono con le nuove tecnologie e non prendono esempio. Ma dovrebbe davvero essere lui il loro modello?
Nella lunghissima e ormai celeberrima intervista rilasciata a Piers Morgan, Cristiano Ronaldo ha toccato tantissimi argomenti. Non solo la rottura con il Manchester United, i rapporti con Ten Hag e le sirene di mercato, ma anche temi di natura più generale. Ad esempio, ha citato in un passaggio anche i calciatori più giovani, non lesinando loro una vera e propria bordata. Il motivo? Secondo CR7, le nuove generazioni sarebbero distratti dalle nuove tecnologie e non ascolterebbero i più grandi. E questo, a suo dire, sarebbe “un po’ vergognoso“, in quanto non provano nemmeno a copiare i migliori esempi che hanno davanti agli occhi. Esempi come, ovviamente, lo stesso portoghese, nella sua sempre proverbiale modestia.
Non lo nasconde minimamente, anzi, lo grida a gran voce, il fuoriclasse ex Real Madrid: lui si sente un esempio da seguire per i più giovani, un po’ come lo sono stati per lui i vari Van Nistelrooy, Rio Ferdinand, Roy Keane e Ryan Giggs.
“Non sono il tipo di ragazzo a cui piace dare consigli, perché preferisco essere un esempio. Perché sono un esempio“, afferma senza troppi giri di parole Cristiano, prima di iniziare la lista dei suoi pregi, non priva di retorica: “Mi prendo cura del mio corpo, della mia mentalità, della mia testa (…) sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire“.
Ma loro, i giovani, secondo lui non lo ascoltano, eccetto alcuni sporadici casi. Ed è per questo, conclude, che al contrario di tanti colleghi della sua generazione, tra i ragazzi saranno davvero in pochi a poter giocare fino ai 36, 37 o 38 anni. Un ragionamento chiaro ed esplicito. Permettici, però, caro Cristiano, di aspirare ad altri modelli per i futuri campioni. O perlomeno a mettere in dubbio la tua “esemplarità”.
Perché CR7 è un cattivo esempio per i giovani
Ovviamente, parlare di cattivo esempio potrebbe sembrare eccessivo. Pensare a Ronaldo come modello per i più giovani, però, sembra davvero fuori luogo. Certo, la professionalità è confermata da tanti suoi ex compagni e, sostanzialmente, dai fatti. Su questo nessuno potrà attaccare CR7. Se è diventato quello che è, lo deve sicuramente a una mentalità fuori dal comune. Ma oltre al campione c’è anche l’uomo, e francamente sarebbe preferibile ammirare in campo giocatori più scarsi, ma corretti, che non prime donne pronte a tutto per portare in alto il proprio nome.
Ricordiamoci infatti che Ronaldo, pur non essendo un cattivo uomo, bensì solo un uomo, come tale non è certo esente da difetti. Tra vicende confermate, sospetti o parziali fake news, nel corso degli anni è stato al centro di storie di stupri, evasione fiscale, donazioni finte. Ha disertato premiazioni solo perché non lo vedevano protagonista, ha insultato avversari ritenuti non all’altezza, ha spaccato vari spogliatoi mettendo in risalto la differenza tra lui, campione intoccabile, e gli altri, gregari più che sostituibili.
Il calcio è fatto di prime donne, questo è vero. Le luci dei riflettori fanno nascere protagonisti che diventano nuovi eroi pagani, e come tali spesso il loro comportamento non è certo inappuntabile. Non è raro che questa eccessiva visibilità possa portare anche ragazzi “buoni come il pane” a diventare meschini egoisti. Ma siamo sicuri che non ci sia posto per personaggi meno ambigui? Siamo certi che l’esempio migliore debba essere un Ronaldo o anche un Messi rispetto, tanto per fare qualche nome, a campioni del presente o del recente passato come un Koulibaly, un Weah, un Baggio, un Batistuta, un Del Piero? La risposta la lasciamo alla nostra coscienza individuale.