L’Argentina in Qatar per i Mondiali snobba totalmente il cibo locale e ha deciso di fare una cosa che certamente non piacerà ai vegani
L’Argentina è già da qualche giorno in Qatar per prepararsi agli imminenti Mondiali di calcio. L’Albiceleste spera di rimanerci il più a lungo possibile, ossia fino al giorno della finale, il 18 dicembre. Una lunga permanenza in un paese con una cultura molto lontana da quella sudamericana, compresa l’alimentazione.
Di sicuro la truppa guidata da Leo Messi e compagni seguirà un’alimentazione specifica per atleti, ma sono consentiti anche alcuni “sfizi”. La possibilità di mangiare qualcosa di diverso. Proprio per questo la nazionale argentina (così come quella uruguaiana) non ci pensa nemmeno ad assaggiare il cibo locale e adattarsi alla realtà qatariota. Decidendo di non fidarsi per nulla delle usanze locali, le due nazionali si sono organizzate autonomamente: con loro in Qatar hanno fatto viaggiare quasi 2mila chili di carne. Ebbene sì, ben 2 tonnellate di carne sudamericana da consumare durante la permanenza in Qatar. E’ risaputa la passione per gli argentini e gli uruguaiani (in particolare) per il famoso “asado”, che non è altro che un mix di carni alla brace.
Anche i calciatori ne mangiano in quantità, in particolar modo per festeggiare momenti particolari o semplicemente vivere dei momenti di convivialità. Non ci sono dubbi che la carne di manzo (principale ingrediente dell’asado) sia disponibile anche in Qatar, ma evidentemente le federazioni argentine e uruguaiane non si sono fidate e hanno preferito portarsi la loro ottima carne stipando l’enorme quantità in voli commerciali. Da capire chi cucinerà poi tutta questa carne: al lavoro sicuramente i cuochi delle rispettive nazionali, ma spesso e volentieri sono proprio i calciatori a cimentarsi ai fornelli.
O per meglio dire, alla brace. Per chi non lo sapesse l’asado non è altro che la carne alla brace, che in Sudamerica ha un nome proprio. Si tratta soprattutto di carne bovina cucinata in vario modo, parrilla o parrillada, quello en cruz, oppure allo spiedo e al chulengo. La strumento di cottura è sempre lo stesso, ma variano le marinature e i tipi di spezie utilizzati. Si tratta di un piatto tipico sudamericano, a cui i calciatori tengono molto: tanto da non “fidarsi” delle tradizioni culinarie locali.
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