Per essere un buon vincitore, devi essere anche in grado di accettare le più grandi sconfitte. Bisogna saper perdere, è necessario, perché nella vita, anche dei migliori, capiterà sempre di ottenere più sconfitte che successi. Una lezione che non ha mai imparato José Mourinho, lo Special One. Un tecnico dalla bacheca straordinariamente piena ma che, a pochi mesi dai suoi 60 anni, sembra ancora non aver imparato a gestire le sconfitte con maturità.
A Roma lo definirebbero un “rosicone”. E forse non a torto. Ancora una volta, infatti, l’allenatore giallorosso ha dimostrato di avere una bassissima capacità di saper assorbire le sconfitte. Certo, perdere un derby sentito come quello di Roma non fa piacere a nessuno. Ma comportarsi come ha fatto lui, al termine di una partita brutta, e non la prima, della sua squadra, non è da grande tecnico.
Se durante la partita spesso si lascia andare ad atteggiamenti censurabili e deprecabili, provocando gli avversari e innervosendo gli arbitri, stavolta lo Special One si è superato, mettendo in scena un siparietto imbarazzante subito dopo il match.
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Non ha fatto una bella figura, stavolta, il tecnico portoghese. Innervosito per l’andamento di un match che sperava potesse concludersi in maniera diversa, l’allenatore, dopo aver già mostrato segni di “rosicamento” alla vigilia del derby, ha deciso di presentarsi alle telecamere di Dazn senza auricolare, per non interagire con i talent in studio. Un comportamento davvero inconcepibile, anche dopo la più dura delle sconfitte.
Ma a far ancora più rabbrividire, per certi versi, sono state le parole rilasciate al termine di una partita brutta da parte della Lazio ma anche della sua confusissima Roma. Intervistato da Radio Rai, il tecnico ha infatti puntato il dito contro la Lazio di Sarri e il suo gioco: “I giocatori avevano una strategia chiara: ritardare il gioco e ridurre al massimo il tempo utile. L’hanno fatto bene“.
Un anti-calcio che non è piaciuto a José, che addirittura, con una faccia davvero di bronzo, ha avuto il coraggio di dire che con questo tipo di gioco in Inghilterra “la gente va a casa a metà partita“.
Parole che stridono con quanto fatto vedere dalla Roma quest’anno. Una squadra che, se si esclude la partita con l’Atalanta, ha spesso palesato difficoltà enormi in termini di gioco e che solo poche settimane fa ha messo in campo un atteggiamento ancora più distruttivo di quello con la Lazio, di fronte a una squadra ‘giochista’ come il Napoli di Spalletti.
Dovrebbe quindi già ritenersi fortunato e stare attento a ciò che dice, perché se i tifosi seguiranno le sue parole è probabile che nelle prossime partite possano scegliere di lasciare davvero gli spalti a metà match.
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