Quagliarella: “Vi racconto il metodo Conte…”
Le parole di Fabio Quagliarella al Corriere dello Sport, dalla vicenda dello stalker alla Juve di Conte fino al tifo per il Napoli:
«A 36 anni il sogno della mia vita calcistica è oggi. Realizzato. Un derby vinto, la classifica cannonieri, la Nazionale, Mancini che mi coccola, io che mi commuovo dopo un gol».
Quagliarella incide come Messi. «Dai, tagliamo corto, sai come la penso. Ronaldo e Messi fanno un altro sport. Sì, mettilo bene, ti ho dato un titolo? L’ultima generazione ha prodotto un solo fenomeno in grado di raggiungerli».
Conte? «Quando hai appetito con Conte diventa fame vera, sbraneresti il mondo. Alla Juve sapevo di non poter giocare 60 partite su 60, ma se hai un martello come Conte capisci certe cose. Un trapano. Ti racconto questa, una storia di mercato e di sicuro ti piacerà».
Proprio così. «Estate 2013. Apparecchiano un giro di attaccanti: io alla Roma, Gilardino alla Juve e Borriello al Genoa. Solo che c’è un piccolo particolare».
Quale? «All’ultimo si inserisce la Lazio e diventa un derby. Tare mi tempesta ogni dieci minuti, cedo e non cedo? Stanno parlando, barcollo un po’. Poi squilla il cellulare».
Antonio Conte. «Un treno: “Fabio, ma mi dicono che vuoi andar via, farò casino, smettila. Non darò mai il placet, ricordatelo”. Il famoso trapano. “Mister, se non lo dà io resto alla Juve”. Conte ti aggredisce nel senso buono, ti convince».
Lo stalkeraggio di Napoli. «Una bastonata. E poi viene fuori la storia dello stalker che millanta, proprio a casa mia e mentre sto indossando la maglia dei sogni realizzati. Quindi, riepilogando, Fabio Quagliarella decide di tradire il Napoli per andare alla Juve, come se volesse calpestare un amore e barattarlo con i soldi. La verità è stata ristabilita, ma soltanto io ho conosciuto, la cicatrice la porterò con me. Per fortuna la mia gente ha capito che non volessi lucrare sulla pelle del club che amo di più. Me lo faccio bastare. Avevo deciso di parlare soltanto alle Iene, ci sono tornato ora con te. Ma non ne voglio più riaprire quel libro in pubblico. Gestirò nel mio intimo».
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