Il bronzo Olimpico di Rio: “Tifo Napoli, vi racconto la mia storia”

Marco Di Costanzo è una delle figure più belle dello sport italiano. Un giovane onesto, pulito e vincente. Originario dei Quartieri Spagnoli, zona situata nel centro di Napoli e di cui spesso si parla per l’alto indice di delinquenza. Un quartiere non facile, ma molto suggestivo per gli squarci che sa regalare, totalmente immerso nella storia della città partenopea. Marco è arrivato fino alle Olimpiadi di Rio 2016, vincendo un bronzo con la sua canoa. Un traguardo fantastico ed unico, ma Di Costanzo è soprattutto un tifoso azzurro. Intervistato da Gianlucadimarzio.com ha raccontato della sua passione: “Nascere in zone del genere e diventare uno sportivo non è facile, è un messaggio importante. La squadra deve credere allo scudetto, perché il gruppo ha qualità. Anche se ultimamente proprio quei giocatori che risultavano decisivi stanno vivendo un periodo di flessione. Il campionato quest’anno è davvero strano, ci sono tante squadre in così pochi punti, sarà dura”.

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Il calciatore preferito

Marco Di Costanzo non ha dubbi: “E’ Zielinski, anche se non lo vedo granché nel ruolo di vice Insigne. Questo, purtroppo, è l’unico aspetto che non piace molto del Napoli: la difficoltà con cui si cercano delle alternative alla solita impostazione di gioco. Molte volte l’avrei fatto giocare al posto di Hamsik, nella sua posizione naturale. Ammiro anche Allan”.

Su Pisacane: “E’ incredibile come essendo cresciuti nello stesso posto non ci siamo mai incrociati. Ma mi hanno parlato molto di lui, credo che per certi aspetti siamo simili. Ho letto il suo libro, è una persona di altissimo valore, un esempio. Spero presto di poter fare la sua conoscenza”.

Capitolo Nazionale

Marco Di Costanzo poi commenta il momento della nostra Nazionale: “In seguito all’eliminazione dai Mondiali, il calcio italiano sta vivendo un momento particolare. Ma per quanto il fatto che non vadano i grandi possa dare meno sul piano dello spettacolo, ritengo che possa dare di più al movimento in generale: lo spazio delle Olimpiadi può rappresentare per i giovani il giusto trampolino di lancio”.

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