“Uno su mille ce la fa” canta da più di trent’anni il mitico Gianni Morandi, perfetto con le sue manone per fare il portiere nella partitella di calcetto il giovedì sera. E’ proprio vero che nel calcio c’è un solo fortunato che guarda soddisfatto i tanti amici che non ce l’hanno fatta, ma il karma punisce tutti e, a volte, capita che anche chi raggiunga le porte della Serie A, il Paradiso sognato da ogni calciatore, poi scompaia dai radar e butti via la sua più che promettente carriera. Vi proponiamo la storia di alcuni di loro: giovani stelle finite a vendere il pane in salumeria (nel migliore dei casi).
E’ forse il più talentuoso dei ragazzi di cui parleremo oggi. Classe ’98 e perciò con ancora tutta la carriera davanti a sé, ma già nel 2014 sembrava potesse essere la punta di diamante del Milan. Nel 2015 fu inserito in una speciale lista stilata da The Guardian sui calciatori di migliori prospettive.
Dopo tre anni ed un’esperienza disastrosa al Malaga, l’attaccante marocchino è in Svizzera a giocare con il Pec Zwolle. Campionato decisamente modesto… Paga probabilmente la sua superbia nel fare giochetti in allenamento, eppure i tifosi rossoneri qualche anno fa sognavano la coppia Mastour-Balo(telli).
Il secondo talento sprecato è il portiere classe ’96 dell’Udinese. La sua storia è molto particolare: a febbraio 2014 esordisce da titolare e conquista tutti a soli 17 anni. In estate l’Atletico Madrid vice campione d’Europa lo vuole acquistare, sembrava fatta ma poi la madre si inserisce di prepotenza nella trattativa e rifiuta l’offerta.
“Mio figlio dovrà prima diplomarsi qui in Italia, poi penserà alla sua carriera“.
Dalle stelle alle stalle. Stramaccioni poco dopo gli preferirà Karnezis come titolare e Scuffet andrà al Como neopromosso in Serie B. Attualmente è il secondo portiere friulano, pensare che erano già partiti i paragoni importanti con Gigi Buffon e il mitico Dino Zoff…
La vicenda di Lanzafame, metà torinese e metà siciliano, è l’emblema del mai una gioia. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, lascia credere possa diventare addirittura il nuovo Cristiano Ronaldo. La sua carriera però è tutta una parabola in caduta libera. Quattro presenze in due avventure in bianconero costituiscono l’apice, in seguito tanti giri per l’Italia senza mai lasciare davvero il segno. Una sorta di Zlatan Ibrahimovic dei poveri, per intenderci…
Nell’agosto 2012 viene indagato per frode sportiva a causa di alcune partite truccate in passato. Il 6 giugno 2013 viene deferito. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto soldi per perdere la partita. Successivamente, patteggia una pena prima a un anno e 4 mesi di squalifica e poi con un mese di reclusione.
Federico “Chicco” Macheda si può considerare il calciatore che tutti avremmo sognato di essere. La prima opportunità gli è data dalle giovanili della sua Lazio, ma già a 16 anni il Manchester United lo porta in Inghilterra scatenando l’ira di Claudio Lotito. Il patron già pregustava la possibile plusvalenza che avrebbe incassato qualche anno dopo.
Nella sua prima stagione, finisce da cannoniere Under-18 con 12 goal. A soli 17 anni il suo esordio nella formazione di Sir Alex Ferguson e segna la rete decisiva contro l’Aston Villa. Lascerà i Red Devils nel 2011, girato e rigirato in prestito in giro per l’Europa neanche fosse il peggior pacco spedito da Amazon.
Un inizio brillante, vanificatosi per cause che neanche il grande Gigi Delneri saprebbe esprimere a parole. Attualmente indossa la maglia del Novara, ma i goal non sono così frequenti. Soltanto 7 in 21 presenze.
Infine la storia più ignorante, la tipica storia che non può non essere raccontata.
Francesco Grandolfo, bomber per una domenica alla sua prima da titolare. Capace di scrivere il suo nome nella storia del Bari segnando per la prima volta un tripletta in una gara esterna. 22 maggio 2011 da ricordare (altro che primo anniversario del Triplete Inter) per un ragazzo che dopo non ha più visto le luci della ribalta. Chievo, Tritium, Savona le sue destinazioni in prestito; Correggese, Fidelis Andria e Bassano Virtus i suoi trasferimenti a titolo definitivo. Non male per un semi sconosciuto che a neanche 21 anni, per un pomeriggio, ha scatenato l’ignoranza dell’Italia intera.
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